Giuliano II Cesarini

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Giuliano II Cesarini (1572 – 1613). Primo dei Cesarini ad avere titolo ducale, era figlio del marchese Giovangiorgio I e di Clelia Farnese. Alla sua educazione, dopo la morte del padre ed il nuovo matrimonio della madre, provvide il card. Alessandro Farnese, suo nonno materno. Sposò Livia Orsini ed ebbe cinque figli maschi, di cui il solo Giovangiorgio ebbe discendenza. Terzo signore di Civitanova (elevata da papa Sisto V a “nobile ducato” nel 1585), di Genzano (Genzano di Roma), di Civita Lavinia (Lanuvio) e di Ardea, tra i suoi atti amministrativi si ricordano lo strumento di concordia con gli uomini di Civita Lavinia del 1587 ed il nuovo statuto di Montecosaro del 1597. Noto nelle genealogie e nelle storie del casato come Giuliano III (o IV) Cesarini, si preferisce qui indicarlo come il secondo dei signori di Civitanova con questo nome. Erede della preziosa collezione d’arte di famiglia, ne vendette parte, nel 1593, a suo cugino il cardinale Odoardo Farnese (1573-1626) dei duchi di Parma *.
Pingue, corpulento e, a giudicare dal suo ritratto, probabilmente sofferente di gotta, Giuliano II Cesarini fu personaggio eccentrico e bizzarro. Facezie e trovate di lui, quasi mai innocue, suscitarono spesso l’interesse delle cronache romane del tempo e talvolta anche quello degli sbirri pontifici **. Si racconta, tra l’altro, che il duca di Civitanova, in frettolosa fuga da Roma verso Gaeta per sfuggire alla Giustizia di papa Clemente VIII Aldobrandini (p.1592-1605), preso da gran sete, facesse fermare la carrozza alla fontana di Marforio nei pressi del tempio dei Castori in Campo Vaccino (oggi area del Foro romano). A chi lo pregava di non perdere tempo e di non esporsi al rischio di essere acciuffato, lui avrebbe risposto senza scomporsi: “Tanto è morire di sete quanto di forca”(Ademollo, p.46). Giuliano II morì appena quarantenne nel 1613. Dei cinque figli maschi che ebbe dalla duchessa Livia, gli successe, come capo del casato, come Gonfaloniere del popolo romano e come erede del titolo ducale, Giovangiorgio, il quarto signore di Civitanova e il secondo con questo nome.

* In quella occasione, passarono dalla Collezione Cesarini a quella dei Farnese di Parma diciotto teste di filosofi, copie romane di originali di epoca alessandrina, ritrovate nell’area delle terme di Diocleziano nella seconda metà del Cinquecento e comprate, qualche anno dopo il ritrovamento, dal marchese Giovangiorgio I (v. sopra), padre del duca Giuliano II. Ereditata nel Sec. XVIII dai Borboni la Collezione Farnesiana, quelle erme sono ora al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Quattordici di esse sono state identificate con sicurezza come provenienti dalla cinquecentesca Collezione Cesarini.
** Sulle bizzarrie e le burle del duca Giuliano II Cesarini, si veda A. Ademollo, Il matrimonio di suor Maria Pulcheria al secolo Livia Cesarini, Roma, Sommaruga, 1883, pp.44-49, da cui attinge, per gli stessi temi, lo storico lanuvino A.Galieti, La fine romanzesca della nobile famiglia Cesarini, Roma, Tipografia del Genio Civile, 1939.

Nell’immagine a fianco, Giuliano II Cesarini tiene, secondo la moda del ritratto signorile del tempo, una supplica nella mano destra. La sinistra è appoggiata su un mobile con lo stemma ducale dei Cesarini e la scritta JULIANUS CAESARINUS CIVITATIS NOVAE DUX.