Giovangiorgio Sforza Cesarini Savelli

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Giovangiorgio Sforza Cesarini Savelli (Roma 1678 – Pamplona 1729). Figlio cadetto di Federico Sforza di Santa Fiora e Livia Cesarini, fratello minore del duca Gaetano I, fu, formalmente dal 1719, il 10° titolare della spagnola contea di Chinchon, ereditata, insieme al titolo di Grande di Spagna, da Giulio Savelli, zio materno di Livia Cesarini, morto senza eredi nel 1712 *. Il nome di Giovangiorgio Sforza Cesarini Savelli è legato piuttosto alla romanzesca vicenda di Faustina Maratta (v. immagine a fianco), figlia di Carlo (1625-1713), il grande pittore e ritrattista originario di Camerano (AN). Nel 1703, a Roma, il venticinquenne Giovangiorgio tentò di rapirla. Ma la giovane Maratta, che le cronache del tempo dicono molto avvenente, dotta e per niente remissiva, riuscì a neutralizzare il suo aggressore ed a salvare il suo onore, seppure riportandone una brutta ferita alla tempia. Il “bravo” e scavezzacollo spasimante, inseguito dalla Giustizia pontificia e da una pesante taglia, dovette riparare nelle Fiandre per militare nell’armata spagnola di lì. Successivamente visse in Spagna ed a Napoli. Solo nel 1718, quarantenne, poté rimettere piede a Roma ed ottenere il perdono della Maratta, allora felicemente sposata, e del papa Clemente XI. Morì in Spagna e lasciò un figlio naturale, Francesco, che, alcuni anni dopo, si presentò a Roma per il riconoscimento della paternità. Non così travagliata la vita di Faustina. Al contrario: considerata un’eroina per il suo coraggio, fu autrice di versi in stile petrarchesco e moglie dell’avvocato bolognese Giambattista Zappi, anche lui poeta e tra i fondatori della romana Accademia dell’Arcadia insieme all’abate maceratese Giammario Crescimbeni.

* Morto senza eredi legittimi Giovangiorgio Sforza Cesarini Savelli, la contea di Chinchon, comprendente anche il marchesato di Bobadilla, passò al duca Sforza Giuseppe Sforza Cesarini (1705-1744). Da questi, il feudo di Chinchon (45 km a sud-est di Madrid) fu venduto nel 1738 all’Infante di Spagna Filippo di Borbone, duca di Parma dal 1748 col nome di Filippo I. In permuta, al casato degli Sforza Cesarini venne ufficialmente riconosciuto il possesso, dopo qualche decennio di contrasti di successione, della contea di Celano nella Marsica, anch’essa da loro ereditata da Giulio Savelli. Con Sisto Sforza Cesarini (1730-1802), figlio cadetto di Sforza Giuseppe e sposato a Giacinta Torres, ebbe inizio, nella seconda metà del Settecento, il ramo degli Sforza Bobadilla, conti di Celano fino al 1806, anno della soppressione dei feudi nel Regno di Napoli. Dobbiamo alla cortesia di Gianvincenzo Sforza, proprietario dell’Archivio Sforza di Celano (AQ), la conoscenza dell’atto originale di ratifica della permuta Chinchon – Celano. Porta la data del 4 Luglio 1741 e la firma dell’allora re di Napoli e di Sicilia Carlo di Borbone (dal 1759 re di Spagna col nome di Carlo III).