Francesco I Sforza Cesarini

teatro_argentina

Francesco I Sforza Cesarini (1773 – 1816). Figlio di Gaetano II e Marianna Caetani, vicino agli ambienti giacobini negli anni dell’occupazione napoleonica, fu l’ultimo effettivo duca di Civitanova. Infatti, un anno dopo la sua morte, la vedova Geltrude Conti, a nome e per conto del figlio Salvatore ancora minorenne, rinunciò ai feudi del casato di concessione ecclesiastica. Il nome di Francesco Sforza Cesarini, però, è meglio noto in quanto legato all’attività teatrale ed alla prima e disastrosa rappresentazione dell’opera più famosa di Gioacchino Rossini. Il duca era impresario del teatro di famiglia (oggi Teatro Argentina), fatto costruire nel 1732 da suo nonno Sforza Giuseppe sulle proprietà del casato nell’area di San Nicola dei Calcarari (oggi piazza di Torre Argentina) a Roma. Nel Dicembre del 1816, Francesco Sforza Cesarini si accordò con l’allora venticinquenne Gioacchino Rossini per un’opera in musica da rappresentarsi nel successivo carnevale 1817, ma morì d’infarto subito dopo la commissione. Senza l’occhio del padrone e gestore del teatro, la prima di un capolavoro qual è Il barbiere di Siviglia, pur diretta personalmente dall’autore, fu un fiasco clamoroso. Venne sepolta dai fischi e sberleffi di una platea ostile al giovane maestro pesarese, a cui non si perdonava di aver osato riproporre un soggetto musicato, oltre trent’anni prima e con grande successo europeo, da Giovanni Paisiello (1740-1816). Ma fu proprio nel teatro romano dei Cesarini che cominciò l’oblio del “Barbiere” di Paisiello e la fortuna di quello di Rossini.