Federico Sforza di Santa Fiora

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Federico Sforza di Santa Fiora (Caprarola 14.08.1651 – Roma 10.10.1712). Discendente del ramo toscano di un grande casato ormai lontano dalle ricchezze e dai fulgori del passato, figlio cadetto di Paolo II marchese di Proceno e di Olimpia Cesi, già militare al servizio della Spagna, ebbe la fortuna di ereditare, per rinuncia di altri, l’antico feudo di famiglia nel territorio amiatino e la fortuna molto più grande di sposare, nel 1673, Livia, ricca ereditiera dei duchi Cesarini (v. appena sopra). Divenuto così duca Sforza Cesarini Savelli Peretti, con il patrimonio rimpinguato dal flusso di cospicue rendite feudali, Federico ricomprò, nel 1695, il ducato di Segni, già appartenuto al suo casato e venduto nel 1639 dallo zio Mario Sforza. Insieme alla duchessa Livia, diede avvio al recupero dell’antico palazzo Sforza (o Cancelleria Vecchia) di Roma, operò soprattutto alla realizzazione di un importante intervento urbanistico a Genzano, uno dei castelli romani, che sarebbe diventato frequente residenza dei duchi e fiore all’occhiello della dinastia.
Diplomatico al servizio del papa e del re di Spagna, Federico Sforza di Santa Fiora fu anche animatore culturale e – a cognizione dello storico del casato N. Ratti – lui stesso poeta. Vicino agli ambienti della regina Cristina di Svezia, fu attivo nell’ Accademia romana dell’Arcadia.

Nel cartiglio del ritratto qui a fianco si legge in latino: FRIDERICUS SFORTIA CAESARINUS SABELLUS PERECTUS PAULI SFORTIAE FILIUS XIII DUX SANCTAE FLORAE.